L’idea
Viaggiare per me ha
sempre significato osservare il mondo con lo sguardo un po’ trasognato dei
bambini, ma anche con il pensiero concentrato e primitivo di chi cerca, in
tutto ciò che lo circonda, il significato vero, ultimo delle cose, il nucleo
pulsante e vivo, vitale, finalmente libero dalle infinite sovrastrutture della
società. L’Islanda in questo senso è stato il paese che ha risposto in modo più
vivo a questo mio sguardo, con i paesaggi che si stendono davvero a perdita
d’occhio, i colori terrosi e polverosi della sua natura incredibile, i cieli
che passano dal grigio uniforme al viola mentre il fotografo li osserva. E il
silenzio, tema principe della mia ricerca e del mio percorso personale, un
silenzio in cui trovano posto tutte le parole, che è assenza ma al contempo
chiama a raccolta tutti i rumori del mondo e li sospende. È proprio
quell’attimo di sospensione che ho cercato di ritrarre, il ‘prima’ di qualcosa,
o l’attimo dopo, quando tutto torna a essere silenzioso, immobile, pulsante e
trattenuto. Intenso.
Le
immagini
Per questo progetto ho
deciso di assecondare la grana terrosa della natura islandese, tentando, con
una lavorazione particolare sui colori, di far sentire a chi osserva il freddo,
il vento, la pioggia. Inoltre, fatto per me molto insolito, ho lasciato che
nelle immagini comparissero anche le persone: non certo una folla, un gruppo,
ma piccole presenze in movimento, una, due, tre, che passano da sole, intente
alle loro incombenze quotidiane oppure dialogano tra loro con accenti muti,
trasognati, sospesi, che assecondano la protagonista di questo percorso, la
natura.
© Alessandra Repossi